Il Marchio: Le origini
L’invenzione di un segno, definito Marchio, da apportare su beni, uomini (es. tatuaggi) ed animali, nasce con l’esigenza di distinguere, di riconoscere e, in un secondo luogo di fornire informazioni circa l’origine, la proprietà, la qualità dell’oggetto a cui è abbinato.
La storia dei segni individuali è un patrimonio inesauribile in questo senso, tanto che già nella preistoria, quindi prima ancora che la scrittura facesse la sua apparizione, si trovano segni di identificazione individuale o marchi per contrassegnare oggetti d’uso quotidiano, il bestiame, il territorio o addirittura il cibo.
Figura 1. Monogramma di Albrecht Durer
Fu Albrecht Durer ad ideare il monogramma come firma d’autore con cui contrassegnare tutte le sue opere.
Per monogramma si intende un modo figurativo in cui il nome di una persona è semplificato usando una o più lettere composte centralmente e non linearmente (come le firme convenzionali). Il monogramma consiste nella rappresentazione di una o più lettere, derivate da sigle o abbreviazioni, il più delle volte legate da un “nesso” stilistico o figurativo, il cui fine è rappresentare la persona.
Figura 2. Sacra Famiglia con la libellula (1495)
Il primo monogramma di Durer appare nel 1495 nella “Sacra Famiglia con la libellula” in stile gotico. Da allora l’artista la inserisce in tutte le sue opere. La sua produzione rappresentò nel suo complesso un momento di assoluta novità nello sviluppo dell’arte tedesca ed europea, la sigla diventa una costante visiva fondamentale.
Durer attribuiva grande valore al monogramma, simbolo della sua identità personale e professionale, il quale diventa garanzia per il pubblico che deve avere la certezza di comprare un’opera materialmente realizzata dall’artista che firma.
Il monogramma di Durer è caratterizzato da un’interpretazione geometrica della costruzione delle lettere, da un approccio proporzionale tra bianchi e neri (rapporto geometrico/proporzioni). La funzione primaria non è quella di essere letta, ma essere riconosciuto.