I concetti che sono dietro l’ideazione e la realizzazione del logotipo proposto seguono le linee guida del bando di concorso, toccano tutti i punti messi in forte evidenza nel bando stesso.
I colori sono stati scelti in modo da rendere il logo riconoscibile e facilmente individuabile in qualsiasi contesto.
Il verde è il colore più riconoscibile e riconducibile nell’impegno per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente e che ha avuto modo nel corso degli anni di creare con il consumatore un rapporto di continuità e fiducia. Questo è facilmente riscontrabile sia con una filosofia eco, sia con l’utilizzo fatto sin’ora nei vari marchi che riguardano il settore agroalimentare.
Il giallo all’interno il cerchio simboleggia il sole, la luce che permette alla vita di esistere.
Molta cura è stata data all’equilibro degli spazi tra i vari elementi che compongono il logo, proprio per sottolineare l’innata armonia della natura.
Le frecce sono una parte fondamentale del logo, e richiamano i concetti di ciclicità, stagionalità e riuso.
A differenza di quelle usate convenzionalmente per il logotipo del riciclo, le frecce usate in questo logo sono quattro come le stagioni, che si susseguono quasi a rincorrersi dandosi però al contempo la spinta l’un l’altra, continuando perennemente nella loro naturale ciclicità.
Nel contempo la freccia è anche un simbolo della modernità e del dinamismo.
Queste frecce, inoltre, disegnano un cerchio, simbolo notoriamente riconducibile nell’infondere equilibrio e sicurezza, che protegge la pianta/germoglio al proprio interno.
La pianta/germoglio esprime movimento e propensione alla crescita, con il suo diramarsi nel giallo del sole. La pianta è ben salda al terreno, esprimendo il forte legame con la terra. Questo forte legame con la concretezza della terra è rafforzato poi dal fatto che la pianta, con le sue cinque foglie, ricorda vagamente una mano. La stessa mano che è nell’archetipo il primo strumento dell’agricoltura.
Testi di: Pierluigi Di stefano.
Un ringraziamento particolare va a Pierluigi Di Stefano, col quale ho avuto il piacere di collaborare.